Bellotti Ezio: un racconto di famiglia

“Così riuscirai a realizzare i tuoi sogni”. Tutto inizia da qui. Da un monito, un consiglio che è al contempo una sfida, dato da un padre al figlio. La storia della Bellotti Ezio prende avvio a tutti gli effetti dal desiderio di superare limiti – personali o fisici. Coraggio, intraprendenza, visione sono gli ingredienti aggiunti che hanno dato a questa aspirazione il carattere vincente, visibile oggi in una realtà che ha portato il nome del suo fondatore in tutto il mondo.

Origini artigiane, crescita industriale

«Ricordo perfettamente il profumo del legno. Quand’ero piccola trascorrevo molto tempo nella bottega di nonno Enrico, una delle tante realtà artigianali della Brianza dove si lavoravano le strutture delle sedute. Ricordo le sue mani ruvide, segnate dall’esperienza, e l’odore dei trucioli che invadevano le stanze, come coriandoli. Ma a mio padre questa realtà non bastava, lui sognava in grande». Il racconto è di Donatella Bellotti, terza generazione della famiglia, oggi alla guida dell’azienda insieme alla sorella Federica. «Mio nonno un giorno gli diede in mano una sedia grezza e gli disse: “Se riuscirai a far fruttare questa sedia, riuscirai a realizzare i tuoi sogni”. Mio padre la prese e iniziò ad andare di paese in paese, di bottega in bottega nel tentativo di venderla. E ci riuscì».

Una dopo l’altra. Gli ordini si moltiplicavano, la “bottega” iniziava a crescere e il sogno a meglio delinearsi all’orizzonte. Sono gli anni ‘70 quando Ezio Bellotti pone le basi della nuova sede in via Buozzi, a Cabiate (dove ha sede l’attuale headquarter): una nuova architettura che racchiude non solo i nuovi reparti produttivi, ma tutto il futuro dell’azienda che da lì a breve andrà a svilupparsi. 

«La capacità produttiva della nuova sede aveva permesso a nostro padre di poter guardare con fiducia all’estero. Creò il suo primo catalogo e iniziò così a girare il mondo alla ricerca di nuovi clienti, alla scoperta dei mercati internazionali – prosegue Federica – Il successo su scala internazionale arrivò presto, tanto che nel ‘79 fondò il Consorzio Marka Italia». 

La storia della Bellotti Ezio è la storia del distretto a cui è legata, e Marka Italia fu un progetto, di forte avanguardia per l’epoca, che diede impulso all’intero territorio e alle sue realtà: Ezio Bellotti riunì infatti sotto questo brand un pool di aziende (di stile classico e moderno) per portare il Made in Italy nel mondo, con uno spirito altamente collaborativo, e creare una forte rete commerciale all’estero. 

Sempre fedele a un DNA artigianale, la Bellotti Ezio ampliò le proprie collezioni (e quindi i propri cataloghi) per soddisfare una clientela sempre più numerosa e internazionale; fino a espandere la sede stessa (siamo negli anni’ 80) per incrementare i reparti, anche dal punto di vista tecnologico, gli uffici, l’esposizione e il personale.

Generazioni a confronto

È proprio durante uno dei tanti viaggi all’estero per Marka Italia che Ezio Bellotti viene a mancare. «Avevo 16 anni, era il 1987. Dovetti lasciare gli studi ed entrai direttamente a lavorare in azienda a tempo pieno; prima di allora aiutavo mio padre nel tempo libero, o durante il Salone del Mobile di Milano, ma non avevo diritto ad alcun trattamento privilegiato: era un modo per comprendere la vita lavorativa, esattamente come un dipendente fra i tanti, perché, come sosteneva mio padre, “per arrivare all’apice bisogna passare dalla gavetta”». Un insegnamento fondamentale per Donatella, che imparò il mestiere sul campo, osservando le sorelle maggiori, Federica e Barbara, anche loro parte attiva nell’azienda di famiglia. 

Un nuovo cambio di rotta, altrettanto repentino, avviene nel ’94, con l’uscita di Barbara dalla società, tale da indurre Donatella e Federica a prendere in mano le redini dell’azienda seppur la loro esperienza non fosse ancora consolidata. 

«Io avevo 24 anni, Donatella 21: immaginate due ragazze di quell’età alla guida di un’azienda – sono le parole di Federica – I primi tempi avevamo a che fare con fornitori ben più grandi di noi, era difficile farsi rispettare e avere la loro fiducia. Eppure, non ci siamo scoraggiate, abbiamo sempre creduto in quello che stavamo facendo». Prezioso, durante questi passaggi generazionali, è stato il supporto del Rag. Natalino Marelli – fedele braccio destro del padre – alla direzione commerciale fino al 2021.  

«Oggi si apre una nuova epoca, fatta di contemporaneità e digitalizzazione – conclude Donatella - L’azienda si sta rinnovando nuovamente, a partire dalle persone: l’ingresso di personale giovane e dinamico, nuove collaborazioni creative, un art director che sta rivoluzionando l’immagine della Bellotti Ezio; ma anche attraverso la tecnologia a disposizione (dal nuovo sito web ai canali social) per parlare al mondo anche quando si è impossibilitati a muoversi; e per finire, grazie a nuove collezioni che affiancano le linee storiche. Tutto questo ci porta verso una nuova fase della Bellotti Ezio». 

La forza della famiglia

Cosa significa essere la terza generazione? «Significa avere una grande responsabilità. Verso le persone che collaborano con noi e verso il passato che ha permesso all’azienda di arrivare ai traguardi di oggi. Per questo io e Federica non possiamo cedere, ma intendiamo proseguire in questo viaggio senza esitazioni». Il carattere di Donatella emerge evidente: determinata, forte, salda nei principi. Fa da perfetto contraltare a quello di Federica, creativa, affabile, bonaria. Insieme formano la perfetta complementarità che, come sostiene quest’ultima, permette «al sogno di nostro padre di proseguire. Lui voleva creare un marchio rinomato a livello internazionale che realizzasse collezioni uniche ed eleganti; e ci è riuscito. Sta ora a noi dare nuova linfa a questo progetto. Non per dovere, ma per passione: quell’amore per il proprio lavoro che lui aveva e che ha tramandato a noi figlie».

Essere la terza generazione significa quindi salvaguardare e trasmettere i valori di eccellenza e artigianalità che hanno gettato le fondamenta dell’azienda, adeguandoli ai tempi moderni con l’introduzione di tecniche industriali innovative che permettono di aumentare la qualità delle proposte. Preservando una dimensione familiare, quasi “sartoriale”, la Bellotti Ezio rafforza il legame con la rete di fornitori del territorio, mantiene un controllo sull’intero processo produttivo, assicura un servizio “su misura” e un prodotto disegnato sulle esigenze della committenza. 

Il futuro fra le mani

Nella linea temporale della Bellotti Ezio sono numerosi gli step che hanno permesso un cambiamento e correlatamente un’evoluzione dell’azienda. L’ingresso in nuovi mercati, il lancio di un nuovo catalogo, l’ampliamento dell’azienda. Ancor più significativa la creazione di un nuovo marchio di impronta contemporanea, BelMondo, nel 2016. «Siamo nati come produttori di arredo classico e per molti anni abbiamo realizzato ambienti meravigliosi in stile; ma qualche anno fa abbiamo sentito l’esigenza di offrire una proposta più moderna ai nostri clienti, complice il fatto che sono cambiate anche le generazioni con cui ci interfacciamo», spiega Federica.

BelMondo è stata disegnata dall’architetto Giovanni Luca Ferreri in collaborazione con il team tecnico aziendale. Una collezione creata per un pubblico raffinato, che affida a un prodotto di alta qualità un’allure più lineare, fresco e in grado di assecondare le tendenze internazionali. Una soluzione che non oscura, ma si affianca perfettamente alla collezione classica che non andrà mai fuori moda, per sua stessa definizione: «Per i nostri clienti le proposte della Bellotti Ezio sono sinonimo di eleganza, lusso, pregio: i veri intenditori cercheranno sempre il mobile classico, e il nostro compito è renderlo attuale ed esclusivo».

Sull’onda di questo pensiero si arriva a un ulteriore passo significativo, avvenuto nel 2021, anno di forti cambiamenti globali a cui l’azienda ha risposto con un ammodernamento dell’intero suo ecosistema. Lo spiega Donatella: «Sebbene il nostro obiettivo primario sia proteggere il know-how dell’azienda, vogliamo anche stare al passo con i tempi e pertanto l’investimento in nuove tecnologie, accanto alla maestria dei nostri artigiani, è fondamentale. Il nostro progetto attuale è creare un equilibrio perfetto fra tradizione e innovazione. Solo così possiamo guardare avanti, pur riconoscendo che il nostro futuro, in realtà, è già qui, nel momento presente, ogni volta che diamo la massima attenzione al nostro lavoro e lo immaginiamo nei minimi dettagli».

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